Per tutti i gas serra! Le catastrofi naturali costano 140 miliardi di dollari l’anno
Gli assicuratori di Swiss Re: i danni maggiori registrati negli States a causa dell’uragano Sandy. E dall’università di Bristol parte un nuovo allarme sull’innalzamento dei mari che potrebbe toccare il metro entro il 2100
Le catastrofi naturali hanno un costo economico, oltre che umano. Il colosso assicurativo svizzero Swiss Re lo valuta in 140 miliardi di dollari – pari a circa 107,5 miliardi di euro – per il solo 2012. Gli oneri a carico degli assicuratori, in particolare, sono valutati a 65 miliardi di dollari. Ma la somma a carico delle compagnie assicurative è decisamente inferiore al dato del 2011, che toccò i 120 miliardi di dollari: la causa principale furono terremoti e inondazioni.
La cifra di quest’anno, osserva il gruppo elvetico, è in linea con la media degli ultimi dieci anni. I danni maggiori dovuti al maltempo sono stati registrati negli Usa, dove ha pesato particolarmente l’uragano Sandy: le perdite assicurate causate da questo sinistro sono stimate tra 20 e 25 miliardi di dollari.
Allarme mari - E i danni non potranno essere limitati nei prossimi anni, se è vero – come afferma una nuova stima dell’università di Bristol – che l’innalzamento dei mari causato dallo scioglimento dei ghiacci di Groenlandia e Antartico potrebbe essere molto superiore a quello previsto dalle proiezioni dell’Ipcc, il panel di scienziati promosso dall’Onu che sta studiando i cambiamenti climatici. Lo studio è stato pubblicato in queste ore dalla rivista “Nature climate change”.
Secondo gli scienziati inglesi, è infatti concreta la possibilità che si superi il metro di aumento del livello degli oceani entro il 2100. L’ultimo rapporto dell’Ipcc, ricorda lo studio, ha invece previsto sei scenari per il livello dei mari nel corso del secolo in cui l’innalzamento varia da 18 a un massimo di 59 centimetri.
Per stimare le possibili variazioni da qui a fine secolo Jonathan Bamber e Willy Aspinall dell’università di Bristol hanno “pesato” le previsioni di 26 scienziati, raccolte con un questionario. Il metodo, chiamato “expert elicitation”, è usato in diversi campi, dalla previsione delle eruzioni dei vulcani a quella della diffusione delle malattie.