Smog. La Regione Lombardia: le nostre politiche riducono l’inquinamento
“L’attuazione delle misure del piano aria ha comportato la riduzione delle emissioni"
La Regione Lombardia esulta. Mentre i cittadini percepiscono un inquinamento intollerabile, la qualità dell’aria in realtà migliora di anno in anno. A chi attribuire la riduzione dello smog? La Regione Lombardia non ha dubbi: merito suo.
"L'attuazione delle misure previste dal Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (Pria) ha sortito effetti positivi, portando, nel triennio di attuazione del Piano, ad una importante riduzione delle emissioni nocive in atmosfera", dice l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, ed è contenuta nella relazione di monitoraggio del Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (Pria), approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.
Monitoraggio completo - "Il Pria - ricorda Terzi - è stato approvato nel 2013 e da subito si è provveduto ad avviare le misure previste, in particolare quelle di breve periodo, in tutto 66. Dopo il primo triennio e i due precedenti monitoraggi annuali, come previsto dal Piano stesso, è stato effettuato un monitoraggio completo del Pria, comprensivo di tutti e tre i livelli previsti: monitoraggio di realizzazione, di risultato e di impatto".
Le emissioni calano - Dallo studio emerge che c’è una riduzione delle emissioni. La stima effettuata rileva che le emissioni in riduzione sono pari a 2.262 tonnellate l’anno per il Pm10 (polveri fini), a 15.794 tonnellate l’anno per NO2 (ossido di azoto), a 4.136 tonnellate l’anno per COV (composti organici volatili) e a 6.256 tonnellate l’anno per NH3 (ammoniaca) nel 2016. Questi valori, rapportati alla riduzione delle emissioni prevista dal Pria al 2020, rappresentano una riduzione del 64 per cento per il PM10, del 69 per cento per NO2, del 57 per cento per COV e del 50per cento per NH3.
Il quadro regionale - Le emissioni risparmiate dall'attuazione del Pria nel triennio rispetto alle emissioni totali regionali, rappresentano il 12 per cento per il PM10, il 13 per cento per NO2, lo 0.5 per cento per COV e l'1 per cento per NH3. La riduzione delle emissioni negli ultimi anni ha determinato, a meno della variabile meteorologica, un trend in diminuzione anche delle concentrazioni rilevate dalle stazioni della rete di qualità dell'aria. In particolare, le concentrazioni di PM10 sull'intera regione mostrano complessivamente un trend in diminuzione sia riguardo alla media annua sia al numero di superamenti del valore limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo di aria. Anche per NO2 si evince come il trend sia in progressiva diminuzione.
Migliora l’aria di Milano - Osservando la riduzione media delle concentrazioni di PM10 nell'agglomerato di Milano si rileva che, considerando l'andamento nel periodo 2000-2016, il miglioramento medio risulta in linea o superiore alla stima dell'agenzia europea per l'ambiente sulla media delle stazioni europee considerate nell'Air quality report 2016 per il periodo 2000-2014. Nel periodo 2010-2016, il miglioramento medio risulta essere ancora maggiore, anno per anno. L'analisi dello stato di realizzazione delle misure e dei relativi esiti, in termini di risultati sulla riduzione delle emissioni e dei trend in discesa delle concentrazioni rilevate per i principali inquinanti, conferma che le linee di azione definite dal Piano sono efficaci e utili al perseguimento degli obiettivi per il miglioramento della qualità dell'aria. È evidente, dalla lettura dei dati, che ci sia ancora del lavoro da fare per quanto attiene la produzione di ammoniaca (inquinante precursore della formazione di particolato secondario), dal settore dell'agricoltura e zootecnia.
L’aggiornamento del Pria - "L'aggiornamento di Piano - ricorda Terzi - sarà orientato a proseguire l'azione per il conseguimento degli obiettivi nel più breve tempo possibile, attraverso una maggiore specificazione e rafforzamento delle azioni oltre che un rilancio delle iniziative di medio e lungo periodo nei settori già individuati dal vigente Piano, anche in attuazione dell'Accordo di giugno 2017 con il Ministero dell'Ambiente e con le Regioni del bacino padano. In particolare, l'azione regionale si dovrà concentrare sulla riduzione delle emissioni dalle fonti che il monitoraggio ha confermato essere di maggiore impatto: veicoli diesel, generatori di calore a biomassa legnosa e agricoltura".