Il Tar Lazio sospende il giudizio sul mais Ogm. Il Governo pronto a vietarli di nuovo. Come e perché
Come funziona il granturco della Monsanto, che resiste ai parassiti senza bisogno di insetticida. Le norme europee e quelle italiane. I commenti
Il Tar del Lazio ha rinviato la sentenza sul ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di granturco geneticamente modificato Mon810 della Monsanto. La sentenza era attesa per il 9 aprile.
Il Mon810 è un granturco al quale è stato inserito un gene del bacillo turigense in modo da renderlo resistente contro la piralide, una farfallina il cui bruco scava gallerie nel fusto e nelle pannocchie per combattere la quale in alternativa vengono usate tonnellate di insetticidi.
La normativa europea prevede che un prodotto Ogm, una volta autorizzato dall’autorità europea, può essere usato liberamente in tutta la Ue. Il Mon810 è autorizzato e si usa da una quindicina d’anni, ma non in Italia che ha opposto diversi divieti regolarmente smantellati dalla Ue.
La normativa europea prevede solamente tre casi in cui un Ogm possa essere messo al bando dopo la sua autorizzazione: attraverso la clausola di salvaguardia se ci sono nuovi studi che evidenzino pericoli per la salute umana, animale o per l’ambiente (sinora non ne sono stati osservati), attraverso la procedura d’emergenza qualora un prodotto Ogm manifestasse improvvisamente gravissimi danni (morie di persone o animali, per esempio), e attraverso le regole per la coesistenza, che regolano i principi per evitare la contaminazione delle colture tradizionali.
In alternativa, va cambiata la norma europea, come propone l’Italia in ambito Ue.
Un gruppo di agricoltori italiani, guidati dall’imprenditore agricolo friulano Giorgio Fidenato, ha seminato Mon810 facendosi forte delle ripetute sentenze europee, e ha fatto ricorso al Tar Lazio contro il decreto - l’ennesimo - che impediva in Italia queste colture.
La sentenza del Tar era attesa per la settimana scorsa ma il Tar del Lazio non ha dato una sospensiva al decreto e si è riservato di decidere entrando nel merito probabilmente nelle prossime settimane.
"Esprimiamo fiducia per il buon esito finale del procedimento - dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - . Il rinvio della decisione conferma il divieto di coltivazione e allontana il rischio di contaminazioni illegali". Secondo Moncalvo, i ministeri competenti - Politiche agricole, Salute e Ambiente - e le Regioni "devono cogliere il tempo disponibile per una soluzione definitiva che mantenga l’Italia libera da Ogm, come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini".
"Si tratta di una facoltà del Tribunale amministrativo, che lascia però in sospeso una questione molto delicata. Avremmo preferito che ci fosse una definizione di questa vicenda, che rischia di creare un vuoto in cui è possibile che si sviluppino comportamenti illegali, dannosi per l’agricoltura italiana nel suo complesso e particolarmente rischiosi per il biologico. Chiediamo quindi a governo e Regioni che vigilino sull’applicazione del decreto che rimane pienamente in vigore", dicono le tre associazioni del biologico (Aiab, Federbio e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica). Invece, "è positivo il commento sull’impegno ribadito dal ministro dell’Ambiente Galletti, che ha assicurato la volontà dell'esecutivo di cambiare la normativa Ue sugli ogm durante il semestre europeo", proseguono le associazioni.
Qualora il Tar dovesse accogliere il ricorso contro la legittimità del decreto interministeriale che dispone il divieto di coltivazione in Italia per 18 mesi del mais geneticamente modificato "con i ministri Martina e Lorenzin siamo orientati a reiterare quel decreto per non creare una situazione di interruzione". Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “La posizione dell’Italia è consolidata ed è di inibire coltivazione di Ogm in Italia. La direttiva Ue prevede che, una volta stabilita da una commissione tecnica la non pericolosità, i Paesi europei sono obbligati a consentire alle aziende di coltivare Ogm. Noi ci siamo sempre rifiutati e ci siamo sottoposti internamente a ricorsi al Tar e, in prospettiva, anche a una infrazione Ue - ha aggiunto Galletti- . Stiamo cambiando quella normativa, siamo promotori, e in questo sarà importante il semestre europeo. La nuova normativa concordata a livello Ue permetterà al Paese, alla fine del processo di autorizzazione europeo, di esercitare il diritto di veto”.
"Bene Galletti sugli Ogm, il transgenico non è la strada per dare forza alla nostra agricoltura". Così il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci ha commentato la posizione del ministro dell’Ambiente. "Ringraziamo il ministro Galletti per la netta presa di posizione contro gli ogm. La volontà espressa dal titolare del ministero dell’Ambiente di reiterare il decreto interministeriale che vieta i prodotti transgenici in caso di bocciatura da parte del Tar del Lazio non lascia dubbi circa l’indirizzo della politica agricola e ambientale del governo", aggiunge Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
Il Movimento Cinquestelle insiste invece sulla clausola di salvaguardia europea, per invocare la quale servono studi che accertino danni alla salute umana, animale o all’ambiente: “È inutile reiterare un decreto che serve a poco. Se davvero il governo vuole contrastare la diffusione degli ogm, una soluzione ci sarebbe: applicare la clausola di salvaguardia", dicono i deputati e i senatori M5S della commissione Agricoltura di Montecitorio e Palazzo Madama.
"Chiediamo al governo di prevedere provvedimenti urgenti che impediscano da subito nuovi tentativi di semine Ogm sul territorio per garantire il rispetto dell’agricoltura italiana di qualità". Lo afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
"Non possiamo aspettare giorni o settimane in attesa che il Tar si pronunci, o ancora mesi in attesa che i ministri italiani insieme a quelli europei arrivino a una legge che faccia chiarezza. Serve subito un nuovo decreto interministeriale per proibire le semine di colture ogm", dice Greenpeace.