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Che accade sui certificati bianchi? Sull’efficienza energetica aziende in rivolta contro il Gse

where Milano when Lun, 27/06/2016 who michele

La severità nell’assegnazione degli incentivi starebbe bloccando il programma di risparmio energetico e il mercato dei titoli

Le aziende che sviluppano efficienza energetica (per esempio le Esco) e alcune associazioni ecologiste sono in allarme da mesi. Il Gse ha varato una politica severa per assegnare gli incentivi all’efficienza i quali sulle bollette elettriche hanno un peso irrilevante e che sono uno strumento essenziale per raggiungere gli obiettivi delle politiche italiane ed europee. Il Gestore dei servizi energetici giustamente ha avviato una politica per contenere gli sprechi nell’erogazione di incentivi inutili: maglie più strette per l’erogazione e un’analisi a posteriori sulla validità degli incentivi già concessi. gsecertificatibianchi.jpg
Tuttavia nel settore degli incentivi all’efficienza energetica emerge l’assenza di linee guida: quelle preparate dall’Enea non sono state adottate. Ne consegue una larga discrezionalità nell’assegnare i titoli di efficienza energetica con i quali finanziare i progetti. Da ciò deriva – avvertono le aziende del settore – un blocco di investimenti già avviati, spesso investimenti in tecnologie altamente innovative o di estrema efficacia.

Si stima che il 96% del numero delle domande di incentivi, più di 10mila, sia stato istruito e vada a buon fine. I contestatori osservano però che quel 4% rimanente potrebbe rappresentare numeri assai alti in termini di efficienza energetica, forse il 40% dell’efficienza energetica del sistema industriale. Un’analisi condotta dagli operatori del settore fra i 59 progetti di dimensioni industriali (pari a 275.000 certificati bianchi) risulta che il 50% dei progetti è stato fermato in istruttoria e un altro 30% è in revisione retroattiva. Negli ultimi mesi i prezzi di mercato dei certificati bianchi sono aumentati in modo sensibile, segnale di un forte rallentamento dell'offerta.

Uno dei criteri adottati dal Gse per assegnare l’incentivo deriva per esempio dalla lunghezza del tempo di rientro: vengono aiutati più volentieri gli interventi di risparmio energetico con tempi di rientro più lunghi, e quindi più bisognosi di aiuto, mentre vengono esclusi quelli con tempi di efficacia rapidissimi, e quindi economicamente già molto sostenibili. Giusto. Ma in questo modo, osservano gli esperti, vengono premiati proprio i progetti che danno risparmi di energia più modesti, e si tralasciano quelli ad altissima efficacia sui quali in assenza di regole gli investitori privati sono costretti a puntare.

Secondo Rosa Filippini dell’associazione ambientalista Amici della Terra “occorre innanzitutto dare atto al Gestore di aver fatto fronte a quasi 50.000 istanze fra nuovi progetti e richieste successive, anche grazie al supporto di Enea e Rse”, tuttavia “se dovesse consolidarsi un clima di aspettative negative sul funzionamento del meccanismo, questo potrebbe comportare una rapida entrata in crisi dello strumento incentivante”.  I principali motivi di critica al funzionamento del meccanismo dei certificati bianchi, a parere di Filippini, possono essere ricondotti al disallineamento tra la normativa attualmente in vigore e il metodo applicato di valutazione dei progetti “secondo linee guida non visibili agli operatori”, per i quali si tratta di una lunga “fase di instabilità e di incertezza delle regole vigenti, mentre le nuove, non ancora emanate, si teme siano già prefigurate nelle nuove prassi inaugurate dai gestori del meccanismo”.

Secondo gli operatori, il funzionamento del meccanismo potrebbe essere migliorato se il Gse rinunciasse alla valutazione economica dell’investimento, non richiesta dalla normativa; se venissero definiti i criteri per valutare attualizzazione e costi variabili nei tempi di rientro degli investimenti; se si sbloccassero, sebbene consentiti dalle leggi, gli impianti fotovoltaici di potenza inferiore ai 20 kWp; se venissero chiariti i criteri per definire l’addizionalità dei risparmi energetici.
Il Parlamento si sta attrezzando per confermare la posizione del Gse: un emendamento al disegno di legge Concorrenza (approvato dalla Camera il 7 ottobre 2015 e ora in discussione al Senato) appoggia l’operato del Gse consentendogli di annullare anche dopo anni i certificati bianchi emessi sulla base di istruttorie già completate con esito positivo.

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GSE Certificati bianchi
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