Fiper, teleriscaldamento alternativa a biomassa. Meno emissioni di Pm10 rispetto alle stufe tradizionali
Walter Righini, presidente Fiper (Federazione italiana produttori energia da fonti rinnovabili) commenta i risultati del monitoraggio ambientale dell'aria in Lombardia e nel bacino Padano diffusi da Arpa Lombardia in occasione del convegno ''Forest'' organizzato dal Comitato Termotecnico Italiano
Il teleriscaldamento, se “fatto con la testa e le tecnologie all'avanguardia, è una soluzione eccellente per la qualità dell'aria e il risparmio energetico e rappresenta una valida alternativa all'uso di biomassa in stufe e caminetti tradizionali e alle fonti fossili”. Così Walter Righini, presidente Fiper (Federazione italiana produttori energia da fonti rinnovabili) commenta i risultati del monitoraggio ambientale dell'aria in Lombardia e nel bacino Padano diffusi da Arpa Lombardia in occasione del convegno “Forest” organizzato dal Comitato Termotecnico Italiano.
Lo studio presenta un focus specifico sull'inquinamento atmosferico da biomassa (in particolare il Pm10) evidenziando come il problema sia più diffuso nelle aree rurali di pianura e nelle vallate alpine e pre-alpine a causa della ancora larga diffusione di combustione di legna in camini e stufe tradizionali. ”I dati dell'Arpa parlano chiaro - spiega Righini - il fattore di emissione di Pm10 per una stufa tradizionale è di 480 g/Gj mentre il monitoraggio fatto sempre dall'Arpa Lombardia sulle Centrali di Teleriscaldamento Fiper di Tirano, Sondalo e Santa Caterina Valfurva rileva rispettivamente fattori di emissione pari a 4,7 g/GJ,3,2 g/G e 4,6 g/GJ. Si tratta di un divario abissale che in qualche modo dovrebbe rasserenare gli animi dei molti detrattori del teleriscaldamento”.