“Gli incentivi moltiplicano per cinque l’efficienza energetica e l’occupazione”. L’analisi di Anima Confindustria
L’intervento del presidente Bonomi al convegno milanese sulla Sen. Chiesto un tavolo di lavoro per gli “edifici a energia quasi zero”: obiettivo, prepararci al 2018
Gli incentivi pubblici “sono dei moltiplicatori per cinque di efficienza energetica, occupazione, competitività, minore CO2, riduzione dei consumi e della dipendenza energetica”. Lo ha detto Sandro Bonomi, presidente di Anima Confindustria, al convegno “Strategia energetica nazionale, strumenti per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili in Italia: quali obiettivi riusciremo a raggiungere?”, che si è tenuto ieri a Milano.
Secondo Bonomi, la Sen “dà gli indirizzi giusti, ma è necessario che trovi concretezza al più presto tramite specifici provvedimenti a supporto”. Anima Confindustria, la “casa” delle tecnologie per l’efficienza energetica e le rinnovabili termiche con le sue associazioni coinvolte in questi temi – Assotermica, Climgas, Coaer e Italcogen, – denuncia infatti una particolare sofferenza sul mercato domestico: “Abbiamo necessità di misure chiare e precise per continuare a competere ad alto livello con i più forti paesi europei – continua Bonomi. – Le nostre associazioni operano nel settore dell’edilizia, che in Europa detiene circa il 40% dei consumi di energia, l’80% dei quali dedicati proprio alla climatizzazione invernale ed estiva e alla produzione di acqua calda sanitaria. In termini economici ciò significa un fatturato di più di 4 miliardi di euro, una quota export di oltre il 50%, con centomila addetti tra diretto e indotto”.
Tre direttrici – La federazione, con le sue associazioni, ha individuato tre direttrici per sviluppare i mercati dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, in linea con gli obiettivi del 20/20/20 e, ancor prima, con la necessità di mantenere la leadership del proprio settore.
“Il manifatturiero chiede con vigore la semplificazione delle procedure amministrative per l’accesso agli incentivi e una gestione più snella delle autorizzazioni e regolamenti locali. Urge attirare investimenti dall’estero – approfondisce il presidente, – favorire ricerca, innovazione e occupazione. Uno strumento utile a raggiungere questo obiettivo crediamo sia uniformare e promuovere le soluzioni indicate dalla Sen per ridurre il costo dell’energia per l’utenza pubblica, le famiglie e le imprese”.
Un’altra partita aperta è quella dell’eco-edilizia. Attivare da subito un tavolo di lavoro congiunto per favorire il recepimento della direttiva europea sugli “edifici a energia quasi zero” è, in questo senso, la proposta confindustriale. Dal 2018, difatti, la Ue vincolerà tassativamente la costruzione di nuovi edifici al rispetto di standard molto impegnativi sul fronte dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.