Agricoltura sociale, presentato un progetto di digital farming
I risultati verranno monitorati in uno studio innovativo dell’Università di Lille sull’impatto socio-economico del progetto attraverso il “trust game”
E' stato presentato nella cornice del Convento san Pietro Celestino V di Ripalimosani (CB) il progetto di agricoltura sociale “Quel che passa il convento”, promosso da Coltivatori di Emozioni - la piattaforma di digital farming che consente di coltivare e ricevere a distanza i prodotti della terra, sostenendo il territorio e l’ambiente e creando nuove opportunità di lavoro.
“Quel che passa il convento” offre percorsi formativi nell’orticoltura e nella coltivazione della canapa, utilizzando terre incolte e abbandonate; favorisce l’inserimento lavorativo di migranti e richiedenti asilo; offre percorsi terapeutici a contatto con la natura a persone in condizioni di marginalità sociale; ha organizzato un “orto didattico” per iniziative rivolte agli studenti.
Viva soddisfazione è stata espressa da Paolo Galloso, fondatore di Coltivatori di Emozioni: “Mi auguro che questo sia solo un punto di partenza e non un punto di arrivo. Dopo la Puglia, dove siamo nati, e il Nord Italia, che ci ha “adottati”, stiamo riuscendo a coinvolgere altri territori. La strada è ancora lunga, ma con il supporto prezioso delle PA e delle associazioni si possono raggiungere grandi risultati”.
Risultati che verranno monitorati dal professor Giuseppe Attanasi, ordinario di Economia Sperimentale all’Università di Lille (Francia) e docente di Microeconomia alla Bocconi di Milano, che ha avviato uno studio sull’impatto socio-economico del progetto sul territorio.
La ricerca si articolerà in due fasi. La prima verrà svolta attraverso la somministrazione di questionari e interviste guidate alla comunità locale che ospita il progetto. La seconda fase misurerà l’aumento di fiducia tra i migrati, assunti come lavoratori agricoli e i nativi, residenti nel territorio, attraverso tecniche di economia sperimentale e il cosiddetto “trust game” o “gioco di fiducia”. Verranno svolti degli esperimenti remunerati sul campo, chiedendo ad un campione rappresentativo di residenti italiani e di migrati stranieri di prendere parte ad un gioco (esperimento in laboratorio realizzato sul campo) in cui possono vincere dei soldi. Più aumenta la fiducia reciproca tra nativi e migrati e maggiore è la possibilità di accrescere la vincita e i profitti. Tale fiducia dovrebbe essere positivamente correlata con la percezione, da parte dei nativi, che Coltivatori di Emozioni riesca effettivamente a portare all’integrazione dei migrati ed alla loro condivisione di tecniche produttive, usi e costumi del luogo.
Coltivatori di Emozioni è una piattaforma di digital farming italiana che consente di coltivare e ricevere a distanza i prodotti tipici della nostra terra, sostenendo il territorio, l’ambiente e le tradizioni del nostro Paese. Fondata da Paolo Galloso nel 2016, la società nasce con lo scopo di avvicinare il consumatore alla natura e alle attività agricole, rendendolo partecipe del ciclo biologico e dandogli la possibilità di gustare un prodotto sano e genuino ottenuto attraverso coltivazioni che non utilizzano prodotti chimici dannosi.