Il decreto Sistri è in “Gazzetta Ufficiale”. A ottobre si parte
Il sistema di tracciamento per i rifiuti pericolosi sarà pienamente operativo per tutti gli operatori dal marzo 2014. Contributi sospesi per quest’anno. In corso una revisione dei costi
Il sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà pienamente operativo da marzo 2014. Il decreto sul riavvio del Sistri pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” mette nero su bianco le regole del gioco che riguarda migliaia di aziende, anche se in modo graduale (si parte da ottobre) “e secondo un percorso di verifica e semplificazione delle procedure”, come ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, facendo notare come il contratto con la Selex resta valido anche se sono in corso delle verifiche sui costi a vantaggio delle imprese che useranno il servizio.
Sul sistema finito al centro dell’indagine della magistratura di Napoli sulla Selex (la società di Finmeccanica che ha avuto l’appalto del servizio) Clini pensa alla costituzione di parte civile per il ministero. In ogni caso, il Sistri partirà a breve. Il via libera alla prima fase è previsto dal 30 aprile per i grandi produttori di rifiuti pericolosi con più di dieci dipendenti. Per queste imprese la piena operatività avverrà dal primo ottobre 2013. Per gli altri operatori, invece, il periodo di allineamento va da ottobre al 2 marzo 2014, per poi entrare in piena operatività dal 3 marzo.
Botta e risposta Sangalli-Clini – Ma Rete Imprese Italia non ci sta. E definisce “sconcertante” la decisione di riavviare il Sistri “nonostante tutte le criticità più volte evidenziate”. Il presidente, Carlo Sangalli, ha chiesto il ritiro e l’abrogazione del sistema, perché, sostiene, non si tiene minimamente conto delle gravi difficoltà che stanno attraversando le pmi”.
“Il sistema può funzionare – ha spiegato invece il ministro – anche se il suo avvio va gestito in modo graduale, per consentire al ministero eventualmente di modificare e semplificare alcune procedure”. Secondo Clini, “la mancanza del riavvio del Sistri stava creando un vuoto nei sistemi di controllo, con il rischio che l’Italia si trovasse inadempiente rispetto agli obblighi europei. E – ha ricordato – senza la tracciabilità dei rifiuti si lascia spazio alla malavita”.