Cambiamenti climatici: gli italiani sono i più preoccupati d’Europa
Tutti i numeri dell’indagine Axa-Ipsos. Cresce la consapevolezza dei danni portati dal clima pazzo, soprattutto tra i giovani (87%), che chiedono risposte collettive al fenomeno. Maltempo: +24% di pioggia al nord in un mese, agricoltura in stato di calamità
Quasi nove italiani su dieci sono convinti che il clima sia cambiato negli ultimi vent’anni. E tra gli europei sono i più preoccupati (92%) dalle conseguenze del cambiamento climatico.
È quanto emerge da un’indagine Axa-Ipsos presentata la scorsa settimana a Milano al primo di un ciclo di seminari sul tema del rischio, organizzati “per stimolare una riflessione pubblica e fornire nuove chiavi di lettura su temi di frontiera, come il cambiamento climatico”, spiegano gli organizzatori.
I dati – Maggiore è la consapevolezza dei giovani sul fenomeno del “climate change” e sulle sue conseguenze: l’87% delle persone dai 18 ai 24 anni a livello globale, rispetto a una media del 75%. Le donne battono gli uomini, quanto a sensibilità al tema (92% contro 87%). Secondo gli intervistati, inoltre, le risposte al fenomeno devono essere comuni. Infine, gli interpellati ritengono che anche le compagnie assicurative possono avere un ruolo nel ridurne i rischi correlati: 65% in Italia contro il 61% della media globale.
Insomma, quello dei rischi legati al cambiamento climatico è un tema non più procrastinabile in un paese che, dal 1944 a oggi, ha speso ben 245 miliardi di euro – ossia 3,5 miliardi all’anno – per riparare i danni derivanti da catastrofi naturali, pari allo 0.2% del pil.
L’indagine è contenuta in forma integrale nel quarto volume della serie “Italian Axa paper” dal titolo “Le sfide del cambiamento climatico” che puoi scaricare all’indirizzo: axa-paper04.
Il nord batte i denti: a maggio 3,2 gradi in meno – A maggio la temperatura massima nel nord Italia è stata in media 3,2 gradi centigradi inferiore alla climatica media, e nel mese si è anche registrato il 24% di pioggia in più. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea (Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura) relativi alla seconda decade del mese, sugli effetti della più recente ondata di maltempo che, con nubifragi e neve, ha investito il paese.
“Un andamento – osservano gli esperti – che ha sconvolto i normali cicli delle coltivazioni con danni incalcolabili per l’agricoltura e la richiesta dello stato di calamità. Si tratta degli ultimi effetti di una primavera pazza che – precisa la Coldiretti – ha già rovinato almeno il 30% di raccolti delle regioni del nord”.
Ma non è solo il clima pazzo a fare danni. L’Italia, accusa la nota dell’organizzazione degli agricoltori, ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.