Ex Ilva, la diossina a Taranto c’è ancora: il sindaco chiude due scuole
Il ministro Costa chiede accertamenti all'Ispra. Secondo i Verdi, che chiedono a Di Maio di abrogare l’immunità penale per Arcelor Mittal, nel 2018 si è passati da 0,77 picogrammi ai 7,06
La diossina a Taranto c’è ancora e, anzi, è aumentata esponenzialmente: del 916% in un anno, secondo i dati di Arpa Puglia citati dal verde Angelo Bonelli e dal consigliere comunale Vincenzo Fornaio. Il sindaco Rinaldo Melucci ha temporaneamente chiuso due scuole del rione Tamburi (circa 700 alunni, che ora dovranno essere spostati). Le scuole sarebbero troppo vicine alle collinette ecologiche sequestrate dalla procura qualche settimana fa. Collinette che, costruite negli anni ‘70, avrebbero dovuto creare una barriera tra l’allora Italsider e le case del rione Tamburi, mitigando gli effetti dell’inquinamento. In realtà lo hanno aggravato, perché sono diventate una discarica di rifiuti pericolosi. Intanto, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha dato mandato ad Ispra di verificare i dati diffusi da Arpa.
Secondo i dati di Bonelli e Fornaro, "nella masseria Carmine si è passati da 0,77 picogrammi per metro quadro ad un dato del 2018 pari a 7,06 picogrammi". Bonelli e Fornero sostengono che "sono in aumento le diossine anche nell'area dell'agglomerato del siderurgico, con un valore di 11 picogrammi, e nel quartiere Tamburi, in via Orsini, con valore pari 5,5 picogrammi". "In altri paesi europei come Francia e Germania - sottolineano - i valori limiti sono pari a 5 e 4 picogrammi". Secondo Bonelli e Fornaro "ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica, che evidenzia come a Taranto non si sia mai smesso di inquinare e che il regime d'immunità penale ha favorito questa gravissima situazione".
"Presenteremo un esposto all'autorità giudiziaria - annunciano - perché a questo punto sarà inevitabile aprire una nuova inchiesta, perché l'inquinamento a Taranto non è mai cessato".
La città di Taranto viene "colpita e affondata - sostengono - dalla latitanza del ministro Costa e del ministro Di Maio, che hanno irresponsabilmente confermato la norma sull'immunità penale prevista dal decreto 98/2016, voluta da Renzi e Calenda, e peggiorato la situazione ambientale con il famoso addendum di Arcelor Mittal". "Presto - concludono - invieremo una diffida al ministro Costa affinché ordini il riesame dell'Aia dell'ex Ilva di Taranto, oggi di proprietà Arcelor Mittal, e al ministro Di Maio chiedendogli di abrogare la scandalosa immunità penale".