Ecologia

L'operazione al largo della Costa Smeralda vede insieme l’associazione Sea Shepherd Italia, l’Università di Siena e la Fondazione Cima

Un censimento dei cetacei con tanto di foto segnaletiche degli animali, ma anche il monitoraggio delle quantità di plastica dispersa in mare. È l'obiettivo della campagna Pelagos, che vede insieme Sea Shepherd Italia, l'Università degli studi di Siena e la Fondazione Cima. La zona interessata dagli studi sarà a sud-est del santuario dei cetacei Pelagos, di fronte alla Costa Smeralda e alle aree più pregiate della costa sarda, dove già era stata monitorata la presenza di plastiche nell'ambito del progetto Plastic Busters. 
A fare da base operativa per le attività di ricerca è una nave dell’associazione Sea Shepherd, ma non la nave Bob Barker con la quale Sea Shepherd in febbraio aveva fatto una figuraccia internazionale arenandosi nelle barene della delicatissima laguna di Venezia, bensì la motonave Brigitte Bardot, che l’associazione ambientalista ha dedicato all'attrice sostenitrice dei temi animalisti. Gli studenti, i ricercatori e l’equipaggio della nave hanno foto identificato gli esemplari incontrati.

I canyon al largo delle coste della Gallura si confermano essere un’area ad alta biodiversità che offrono l’opportunità di incontro con cetacei - in particolare svariate balenottere comuni (Balaenoptera physalus), stenelle striate (Stenella ceruleoalba) e zifi (Ziphius cavirostris) -, oltre ad altre interessanti specie protette quali tartarughe comuni (Caretta caretta) e liuto Dermochelys coriacea), e alcune mobule (Mobula mobula).

Una particolare rete, la “manta net”, è stata usata per raccogliere e analizzare le microplastiche, frammenti plastici di dimensione inferiore a 5 millimetri, nocivi per la fauna marina, poiché entrano nella catena alimentare, causando effetti estremamente dannosi sugli animali, soprattutto i grandi predatori quali balene, delfini, tartarughe e grandi pesci come il tonno e il pesce spada.