Cesef, il mercato dell’efficienza è al centro delle politiche europee, ma solo a parole
Lo evidenzia il rapporto annuale Cesef 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things”
L’efficienza energetica è, nelle dichiarazioni dei governi, al centro delle politiche energetiche europee e nazionali; ma nella pratica è spesso poco supportata, se non addirittura osteggiata. Parte da questo paradosso il rapporto annuale CESEF 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things”, che analizza con un taglio strategico- aziendale e finanziario le principali dinamiche del mercato dell’efficienza energetica in Italia e in Europa anche con riguardo agli aspetti legislativi.
Lo studio rileva come, nonostante la rilevanza centrale, il settore abbia a diposizione risorse molto limitate che, inoltre, sono usate poco e male. Come noto i finanziamenti, soprattutto bancari, per i progetti di efficienza e per le ESCo sono scarsi anche a causa della piccola dimensione delle imprese. A questo si aggiungono risorse non spese, come i 900 milioni di euro del Conto Termico, o ancora bloccate, come i 70 milioni di euro l’anno del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica.
Il futuro dell’efficienza energetica - spiega ancora il report - è minato anche da un’incerta definizione del settore. Si va da un mercato “tradizionale”, dove gli interventi di EE sono “trainati” dalla necessità di rinnovare tecnologie obsolete, laddove gli investimenti sono molto spesso realizzati direttamente dall’utente finale. Esiste poi un mercato che dovrebbe essere “in fase emergente”, dove l’efficienza energetica è un importante driver degli investimenti, i quali difficilmente verrebbero fatti se non fossero stimolati e supportati (come ad esempio i recuperi di calore industriali, la deep renovation nel building fino alle nuove tecnologie come l’IoT). Questo mercato “ad alta vocazione tecnologica”, in cui è fondamentale il ruolo delle ESCo o comunque di operatori qualificatissimi, registra tuttavia fatturati e margini in netto calo rispetto agli anni passati.
Dal punto di vista delle policy governative, rileva infine lo studio, occorre sciogliere poi “la distonia tra dichiarazioni di policy e realtà degli interventi. Ad esempio, bisogna chiarire in modo inequivocabile il ruolo che dovrà giocare il meccanismo dei TEE (certificati bianchi) e, soprattutto, come si intende raggiungere gli obiettivi al 2020, che oggi sembrano allontanarsi. Gli aspetti legati al finanziamento dei progetti saranno quelli che certamente richiederanno in futuro il maggiore sforzo innovativo. Data infatti per scontata la scarsa efficacia dei modelli bancari tradizionali, chiarito che le problematiche dell’EE sono totalmente diverse da quelle delle rinnovabili, occorre dunque progettare nuovi strumenti capaci di gestire le complessità, e i conseguenti livelli di rischio dei progetti di efficienza.