Efficienza energetica - Il rilancio passa da TEE, utility e pubblica amministrazione
Secondo il report CESEF, il settore evidenzia un calo dei progetti a causa del meccanismo dei TEE. Grandi potenzialità per utilities e pubbliche amministrazioni
Il meccanismo dei certificati bianchi, molto efficace negli anni passati, sembra essersi inceppato. Il calo delle emissioni dei TEE nel biennio 2015-2016 rispetto ai livelli del 2014 sembra spingere verso l’alto i prezzi dei certificati (che a settembre hanno raggiunto il valore record di 350 €/TEE) e mettere in dubbio la capacità del sistema di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. È quanto emerso dal Rapporto 2017 CESEF, il Centro Studi sull’Economia e il Management dell’Efficienza Energetica di Agici dal titolo “Il mercato italiano dell’efficienza energetica. Public policy, strategie delle Utility e Pubblica Amministrazione”.
Dal documento emerge che le nuove Linee Guida sui TEE sono orientate alla crescente qualità degli interventi incentivati e a una maggiore chiarezza e trasparenza delle procedure di valutazione dei progetti ma, per questo, introducono regole sempre più stringenti per il rilascio dei certificati. Ciò potrebbe contrarre ulteriormente l’offerta in un mercato dei TEE già di per sé molto corto a causa del calo dei progetti presentati (PPPM e RVC) e all’aumento dei rigetti del GSE.
Tutto ciò ha forti ripercussioni sui risultati economici delle ESCo e delle società di servizi, che sono tendenzialmente in peggioramento o comunque troppo legati all’andamento degli incentivi. I primi dati del 2017 evidenziano un andamento negativo per tutte le aziende del mercato dell’EE, tranne per le ESCo consulenziali, le quali incrementano il fatturato, probabilmente in virtù del lieve incremento delle emissioni e della forte crescita dei prezzi dei TEE.
L’efficienza energetica per le multiutility - Quanto poi al rapporto tra grandi utility ed efficienza energetica, il report evidenzia come quest’ultima non sia ancora attività primaria per molti, anche perché riduce i consumi e quindi i proventi per i fornitori di energia. Tuttavia, per diversi motivi, tali imprese sono entrate nel settore, talvolta anche in modo deciso, anche grazie a specifiche caratteristiche che permettono loro di giocare un ruolo importante: il contatto diretto con un’ampia e diversificata base clienti, le competenze generali sui temi energetici, le dimensioni e solidità patrimoniale superiore rispetto ad altri operatori del settore e la possibilità di combinare la vendita della commodity e di prodotti/servizi di EE.
L’analisi delle più grandi utility italiane ed europee (A2A, Acea, Edison, Enel, Hera, Iren e Centrica, EDF, En-gie, E.ON, Innogy, SSE) ha permesso di evidenziare come l’efficienza energetica sia ormai largamente presente nell’offerta commerciale delle utility. In alcuni casi rappresenta uno dei core business aziendali, attraverso l’offerta di servizi specializzat, con un focus tecnologico o settoriale, e garantendo soluzioni complete che vanno dalla progettazione alla realizzazione dell’intervento fino alla gestione e manutenzione degli impianti. Proprio i servizi “post-vendita” rappresentano uno dei maggiori punti di forza delle utility, che possono - a differenza delle piccole ESCo specializzate - aggredire progetti più grandi e articolati come, ad esempio, quelli per la PA.
Pubblica amministrazione - Il rapporto analizza dettagliatamente le dinamiche del mercato dell’EE con riferimento esclusivo alla pubblica amministrazione. Il potenziale di efficientamento degli edifici pubblici e di risparmio di spesa dell’energia per la PA è enorme e gli interventi di EE possibili sono molteplici (dalla sostituzione di infissi e caldaie, al revamping di un edificio fino alla sostituzione della rete di illuminazione pubblica con i LED). Nel nostro Paese, però, gli interventi di EE nel settore pubblico sono ancora pochi: le PA intervengono sugli edifici di proprietà o sull’illuminazione pubblica attraverso interventi standardizzati mentre gli interventi più complessi sono frenati da una serie di criticità che caratterizzano sia la domanda che l’offerta.
“Le difficoltà del settore dell’EE nascono anche da una scarsa messa a fuoco degli effettivi benefici che l'EE può generare per il sistema Paese - ha rilevato Andrea Gilardoni, Presidente del CESEF. - Infatti, troppo spesso ci si focalizza sui costi dell'EE: le istituzioni, preoccupate dal prezzo crescente dei TEE, i clienti finali, che non prendono in considerazione gli investimenti se non hanno un pay-back brevissimo. I costi, certamente in crescita, devono essere confrontati con i benefici. L'EE rappresenta una leva fondamentale per il rilancio economico e industriale del Paese, sia in ottica di risparmi economici in grado di rilanciare i consumi delle famiglie e la competitività internazionale di prodotti e servizi; sia per le elevate competenze tecnologiche della nostra industria, che configurano una concreta filiera con spazi di espansione anche all'estero. Ma anche in termini di impatti occupazionali, di riduzione delle emissioni, di indipendenza energetica del Paese e molto altro”.
Premi - In occasione del Workshop sono stati assegnati i CESEF Energy Efficiency Awards 2017 a tre interventi di Efficienza Energetica di particolare importanza nel panorama nazionale. Obiettivo dell’iniziativa è la valorizzazione delle best practice nazionali del settore, con l’auspicio di portare a sistema i migliori progetti e le strategie più innovative, contribuendo allo sviluppo del mercato dell’Efficienza Energetica. I tre premi: Project Energy Efficiency Award RCPP Laterlite assegnato ad Avvenia; Financial Energy Efficiency Award Progetto Marte assegnato ad AESS Modena, Regione Marche, ASUR Marche, SIAIS, Università Politecnica delle Marche; Financial Energy Efficiency Award Grattacieli Efficienti: WTC di Genova assegnato a Enel.