Edilizia efficiente: la Corte dei conti europea boccia l’Italia
“Spesi male i fondi Ue per l’efficienza energetica”, accusano i giudici di Bruxelles. Italia, Lituania e Repubblica Ceca hanno fruito della maggior parte dei quasi 5 miliardi di euro erogati
L’Italia ha speso male i denari europei per fare interventi di efficienza energetica sugli edifici pubblici. Questa l’indicazione proveniente dalla relazione con cui la Corte dei conti Ue ha preso in esame le politiche adottate in tre stati membri: Italia, Lituania e Repubblica Ceca.
Questi paesi sono stati scelti perché globalmente hanno fruito della maggior parte dei quasi 5 miliardi di euro erogati da Bruxelles sotto forma di fondi di coesione e del Fondo europeo di sviluppo regionale destinati all’efficienza energetica. L’analisi dei progetti ha messo in chiaro che non si è tenuto conto del rapporto spesa-benefici: insomma, si è sborsato più di quanto si è realizzato in termini di risparmio energetico. Più che altro, rileva la Corte, si sono ristrutturati edifici bisognosi di intervento.
“Gli stati membri hanno fondamentalmente utilizzato questi fondi per rinnovare edifici pubblici, mentre il risparmio energetico era, nel migliore dei casi, una finalità secondaria”, ha affermato il responsabile dei giudici incaricato dell’indagine, Harald Wogerbauer. Il quale ha inoltre chiarito che “nessuno dei progetti da noi controllati è stato oggetto di una valutazione del fabbisogno e neppure di un’analisi delle potenzialità di risparmio energetico in relazione all’investimento”.
La relazione puntualizza come il periodo medio dei rimborsi previsto sia da oltre 50 fino a 150 anni, tempi eccedenti il normale deterioramento delle parti usate.