Progetto Ue, teleriscaldamento geotermico per un europeo su quattro
A Pisa la mappa degli esperti del progetto Geodh: sono oltre cinquemila i sistemi di teleriscaldamento installati nella Ue
Il teleriscaldamento geotermico potrebbe servire un quarto degli europei. Grazie al progetto Geodh, Geothermal district heating, di cui Cosvig – il distretto energie rinnovabili toscano – è partner italiano. È quanto emerso alla quarta Conferenza europea sulla geotermia (Egc 2013) in corso a Pisa dal 3 al 7 giugno.
Perché Pisa? La città della torre pendente, spiegano gli organizzatori, con i numerosi centri di ricerca e scuole di eccellenza e specializzazione, è da sempre in primo piano per uno sviluppo energetico a zero emissioni.
Geodh vede coinvolti dieci partner europei ed è cofinanziato dall’Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione (Eaci) nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe.
Al progetto partecipano 14 paesi e in ognuno di essi sono stati organizzati workshop per creare momenti di confronto. In Europa, ricordano gli esperti, sono oltre cinquemila i sistemi di teleriscaldamento installati nel 2012 con una quota pari a circa il 10% del mercato. Queste reti sono diffuse soprattutto in alcuni paesi dell’Europa orientale e centrale (Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Bulgaria e Romania), ma “il potenziale di sviluppo è molto più grande”, leggiamo in una nota.
La sfida che si pone Geodh “è rendere concreta questa potenzialità, rimuovendo le barriere amministrative e finanziarie che ne impediscono lo sviluppo in altri paesi”.