Anci, Assobioplastiche e Compostatori siglano un protocollo per la raccolta differenziata dell’organico
L’obiettivo è di avviare iniziative utili a promuovere la raccolta differenziata della frazione organica presente nei rifiuti urbani e a diffondere le corrette informazioni sulle plastiche biodegradabili e compostabili
Incrementare e promuovere lo sviluppo della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti organici, con evidenti vantaggi in termini ambientali, economici e sociali per la collettività. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato da Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italia, da Cic, il Consorzio Italiano Compostatori e, infine, da Assobioplastiche, l’Associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili.
In diverse Regioni italiane la raccolta urbana della frazione organica risulta ancora oggi non adeguata rispetto agli obiettivi complessivi di raccolta differenziata fissati a livello nazionale. Secondo le ultime elaborazioni del Cic, la raccolta dei rifiuti organici ha toccato nel 2010 quota 4,2 milioni di tonnellate (+12% sul 2009) e rappresenta nel nostro Paese la raccolta di maggiore peso tra le differenziate di rifiuti domestici.
Nonostante ciò, il potenziale di ulteriore sviluppo delle frazioni biodegradabili è ancora molto ampio. A livello di macro-aree si conferma, anche per il settore del compostaggio, un’Italia a due velocità, con il Nord che tratta 2 milioni 750mila tonnellate di rifiuti, il Centro (733mila) e il Sud (677mila) nettamente staccati, ma in costante crescita.
Tramite questo accordo, le tre associazioni stimano si giungerà a toccare nel giro di 24 -36 mesi quota 6/7 milioni di tonnellate raccolte l’anno, con un incremento pari al 50% rispetto agli attuali quantitativi.
Con l’intesa siglata i tre soggetti si impegnano a raggiungere tale obiettivo promuovendo le raccolte differenziate delle frazioni organiche omogeneamente a livello nazionale (anche attraverso campagne di comunicazione e sensibilizzazione della cittadinanza), migliorandone la qualità, incoraggiando l’impiego di manufatti biodegradabili e compostabili e sviluppando specifici sistemi di certificazione.
“In Italia”, rileva David Newman, direttore del Cic, “si stima che oltre 400mila tonnellate di frazione umida presente nei rifiuti urbani vengono destinate ad impianti di smaltimento, anziché al recupero, a causa della carenza impiantistica in alcune aree della penisola e per la presenza nei rifiuti raccolti di altre frazioni non biodegradabili frutto di errato conferimento”.
“I Comuni - dice invece Filippo Bernocchi, delegato Anci alle politiche energetiche ed ai rifiuti - sono fortemente impegnati nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale nella gestione dei rifiuti, anche in risposta al dettato normativo nazionale e comunitario. Gli ostacoli sono molti e purtroppo noti, prima fra tutti la carenza impiantistica, che costringe i Comuni, specie nelle aree meno avanzate, a conferire la frazione organica in impianti distanti con evidenti impatti in termini ambientali ed economici”.
“Con questo protocollo - ha commentato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche - vengono gettate le basi per una collaborazione strategica tra i principali attori della filiera del sistema di gestione dei rifiuti e per lo sviluppo futuro dei necessari progetti di informazione ai cittadini’’.
Tra i vantaggi derivanti dall’attuazione dell’Accordo, sul versante economico, si prevede che l’ottimizzazione delle raccolte e de recupero, e la conseguente contrazione dei conferimenti in discarica, poterà una riduzione dei costi di smaltimento per i Comuni più virtuosi.