Eco-edilizia. Italia bocciata sull’attestato di prestazione energetica
Per i giudici Ue la direttiva del 2010 non è stata recepita in modo corretto. Sotto inchiesta anche l’autocertificazione degli immobili in classe G. La replica di Confedilizia
L’Italia non ha recepito correttamente la direttiva Ue sul rendimento energetico nell’edilizia (2010/31/Ue). In particolare, il nodo riguarda il rilascio della certificazione energetica che deve essere messa a disposizione in fase di costruzione, compravendita o locazione degli immobili.
Lo ha stabilito in queste ore una sentenza emessa dalla Corte di giustizia europea.
I giudici hanno bocciato la deroga all’obbligo di consegnare l’attestato relativo al rendimento energetico, il cosiddetto Ape, in caso di locazione di un immobile ancora privo dello stesso al momento della firma del contratto. Sotto inchiesta anche la possibilità di autocertificazione degli immobili in classe G, la meno efficiente.
Ma Confedilizia non ci sta, e replica per voce del presidente, Corrado Sforza Fogliani: “La sentenza della Corte di giustizia europea si riferisce a una situazione pregressa, già sanata dall’Italia prima del deposito della decisione. In ogni caso – spiega Sforza Fogliani – l’intervento dei giudici rafforza la necessità che il decreto legge approvato dal governo, su imposizione della Ue, per fermare ogni procedimento di infrazione, venga convertito nei suoi contenuti”.